#3 GIOVANI E RIFORMA SCOLASTICA
- CTZN eu
- 28 ott 2020
- Tempo di lettura: 6 min
PLEASE CLICK HERE FOR THE ENGLISH VERSION
Hi reader,
oggi voglio parlarti di alcune idee di cui io e i miei collaboratori abbiamo discusso riguardo possibili riforme per migliorare il sistema scolastico italiano. Speriamo che questo possa essere il primo di una serie di articoli e discussioni sull’argomento dell’istruzione e delle politiche verso i giovani, e che ci aiuterai dandoci la tua opinione in merito alla proposta che ti sto per esporre e ad altre idee che vorresti vedere discusse qui (o implementate là fuori!).
Innanzitutto, bisogna dire che, nonostante per noi giovani la scuola sia il centro della nostra vita e dei nostri pensieri, e quindi anche delle nostre riflessioni su cosa non va e cosa e come potrebbe essere cambiato, in realtà è da tempo ai margini del discorso pubblico. Il sostanziale disinteresse dell’opinione pubblica per ciò che riguarda la scuola nella sua struttura fa sì che nulla di effettivamente importante sia stato fatto finora per modificare il sistema scolastico italiano, rimasto invariato nelle sue componenti fondamentali dalla riforma Gentile in epoca fascista. Le uniche questioni che infiammano l’opinione pubblica riguardo alla scuola sono quelle superficiali e fondamentalmente sterili (si pensi alla recente discussione/derisione sulla decisione della Ministra dell’Istruzione di dotare di ruote i nuovi banchi singoli che dovranno essere adottati a causa della pandemia), anch’esse velocemente lasciate scivolare nel dimenticatoio quando problemi più urgenti sorgono. Questo a sua volta suscita nella maggior parte delle persone, anche studenti, un senso di immutabilità della struttura attuale del sistema scolastico.
Qualunque riflessione seria su un possibile cambiamento è scoraggiata, perchè anche le cose che più abbiamo odiato durante i nostri anni di scuola ci sembrano componenti di un sistema che è e rimarrà sempre così, qualcosa che non si può cambiare ma che deve essere accettato così com’è.
Purtroppo, l’invecchiamento medio della popolazione fa sì che la politica tenda a cercare il consenso di un elettorato sempre più vecchio, mentre i giovani, che stanno sempre più divenendo una minoranza, come ogni minoranza tendono ad essere ignorati. I loro bisogni sono messi da parte per promuovere proposte per una sempre più vecchia maggioranza, anche quando queste proposte si rivelano fondamentalmente improduttive, se non dannose, nel lungo periodo. La scarsa lungimiranza che contraddistingue culturalmente il nostro Paese, sia nei pensieri dell’italiano medio che nei progetti della politica, crea un sistema che tende a premiare partiti e politici che offrono appagamenti a breve termine per le generazioni più anziane.
Nel mentre, nessuno si preoccupa dei sempre più ingenti tagli all’istruzione e del fatto che non ci siano politiche che possano rilanciare il Paese anche e soprattutto attraverso i giovani. Non ci sono politiche che incentivano i giovani a studiare e a diventare leader della popolazione attiva, né tantomeno proposte per riformare un sistema scolastico pieno di difetti e che ancora lascia indietro troppi ragazzi.
Per questo noi crediamo che sia importante accendere una discussione seria sull’argomento, che crei un più diffuso interesse e che magari porti te ed altri a adoperarsi attivamente per promuovere un cambiamento. Vogliamo iniziare parlandoti di alcune nostre proposte, sperando di creare interesse attorno ad esse e di suscitare in te delle riflessioni, e non vediamo l’ora di leggere le tue proposte e i tuoi commenti, che riusciranno sicuramente ad arricchire il discorso e a dare anche a noi nuovi spunti di riflessione.
Uno dei problemi che più hanno attirato la nostra attenzione è stato il problema di dover scegliere a soli 13 anni la propria scuola superiore, un passaggio importante nella vita di un ragazzo in quanto segnerà non soltanto le materie in cui si specializzerà, ma anche l’ambiente e le persone che frequenterà nei cinque anni successivi. Questi cinque anni sono oltretutto un periodo fondamentale nella formazione del ragazzo, che attraversa molti cambiamenti trasformandosi nell’adulto che poi diventerà una parte attiva della società. Per questo pensiamo che dover prendere una decisione del genere così presto e senza un programma di orientamento efficace sia una delle cose che più può danneggiare il percorso formativo di qualcuno. Chi era assolutamente certo del proprio percorso, o chi ha avuto la fortuna di scegliere quello giusto, forse non percepirà la cosa come effettivamente importante. Tuttavia, è un problema molto diffuso il dover cambiare scuola e perdere degli anni, per le materie non consone alla persona o un ambiente ostile, o l’accorgersi troppo tardi dell’errore e doversi adattare ad un percorso formativo che a quel punto diventa sterile, se non dannoso, per la volontà del ragazzo di imparare e scoprire cose nuove.
Il problema non è semplicemente l’età troppo giovane a cui viene fatta fare questa scelta (anche se nel periodo di cui parliamo anche un anno o due in più possono cambiare radicalmente il modo in cui un giovane percepisce il mondo e se stesso), ma soprattutto il fatto che gli studenti non conoscono realmente quello che vanno a scegliere. Non viene data effettivamente la possibilità di conoscere con mano le materie specifiche degli insegnamenti delle diverse scuole superiori, e quindi un percorso di formazione molto importante nella vita di ognuno di noi viene scelto sulla base di impressioni e vaghe informazioni stereotipate, se non sulla base delle preferenze dei genitori.
Perciò, una riforma importante della scuola potrebbe essere fatta qui, modificando il percorso scolastico in modo da dare più informazioni ai ragazzi prima che facciano la loro scelta.
Seguendo parzialmente il modello scolastico di altri Paesi, la nostra idea si basa sul prendere i primi due anni di scuola superiore e trasformarli in due anni di formazione. Anziché scegliere alla fine dei tre anni di medie, i ragazzi entrerebbero in questi due anni “di transizione” in cui le materie sarebbero divise in due categorie:
materie “obbligatorie”, ovvero le materie curricolari comuni ai vari indirizzi attuali unite ad alcune materie che noi riteniamo essere fondamentali per la crescita di una persona e che dunque dovrebbero essere integrate come materie obbligatorie sin dalle scuole elementari (per un totale di 8 discipline obbligatorie: matematica, italiano, inglese, storia/geografia, scienze, educazione civica/diritto, informatica, educazione fisica). Queste sarebbero insegnate come se fossero i primi due anni dell’attuale percorso quinquennale.
materie “a scelta”, 5-6 materie fra quelle “specialistiche” (tra cui latino, greco, lingue straniere, filosofia, fisica, economia, storia dell’arte, arti, disegno tecnico, tecnologia, musica, etc.) che gli studenti potrebbero scegliere, con la possibilità di modificare la propria decisione ogni trimestre. Queste sarebbero insegnate in modo da dare conoscenze analoghe ai primi due anni delle attuali scuole superiori, ma anche in modo da poter provare cosa significhi in pratica dover studiare quelle discipline che andranno a formare i loro studi successivi.
Questo permetterebbe loro di conoscere con mano le materie che non hanno mai studiato, scoprendo se veramente sono interessati agli argomenti e riescono a seguirli efficacemente.
Così, in un percorso a tentativi, i ragazzi che già hanno un’idea di quale indirizzo vorrebbero scegliere potrebbero provare le materie della scuola che vogliono frequentare, mentre i più incerti potrebbero provare molti corsi diversi e cercare di trovare la loro strada senza paura di sbagliare. Nell’eventualità che scegliessero subito il percorso giusto, i ragazzi potrebbero seguirlo in modo da completare i due anni esattamente come avrebbero fatto con il vecchio sistema, altrimenti avrebbero la possibilità di provarne altre senza perdere tempo.
Al termine di questo periodo inizierebbero le scuole superiori vere e proprie, che verrebbero trasformate in tre anni di “specializzazione”, in cui i ragazzi andrebbero a quel punto a iniziare i tre anni conclusivi delle scuole superiori come sono nel sistema attuale, con tutte le materie nuovamente obbligatorie.
Ci rendiamo conto che questo significherebbe riformare la divisione e i cicli del sistema scolastico, e un altro problema potrebbe a questo punto essere la figura dell’insegnante: solitamente è davvero l’abilità dell’insegnante a far appassionare gli alunni alla materia che determina il loro interessamento ad essa anche nel futuro.
Questo fenomeno diverrebbe molto delicato nel caso in cui i corsi diventassero facoltativi, perché un insegnante inadeguato potrebbe seriamente compromettere la scelta dell’alunno. Proprio per questo un altro passo fondamentale per noi è una riforma del sistema di selezione degli insegnanti, che dovrebbero essere valutati non semplicemente attraverso un esame delle loro competenze specifiche, ma anche con un esame attitudinale per comprenderne le abilità di insegnamento. Inoltre, con una retribuzione maggiore o con agevolazioni e opportunità di carriera per gli insegnanti del biennio, si potrebbe garantire un elevato livello medio dell’insegnamento anche per le materie a scelta, creando così il presupposto per una scelta realmente consapevole degli studenti.
Queste sono alcune delle nostre idee, che possono essere sicuramente ragionate più approfonditamente e organizzate più nel dettaglio, e speriamo che potranno essere migliorate anche grazie alle tue proposte e/o critiche. Sappiamo che è una goccia nell’oceano tempestoso che è l’argomento dei giovani, dell’educazione e della scarsa attenzione rivolta loro, ma speriamo che questo sia il primo passo per costruire una conversazione sull’argomento che trascenda anche le nostre idee e che ci stupisca con nuove e innovative proposte da parte tua e degli altri readers.
Grazie per l’attenzione,
Davide Bertot
Mail: ctzn.eu@gmail.com
Facebook: @ctzn.eu
Instagram: @_ctzn.eu_
Twitter: @ctzn_eu
Comentários